Maria Luisa Scaramelli nasce a Ferrara, vive e lavora a Torre Fossa.
Fin da bambina l’approccio al mondo creativo è nato a partire da uno spazio spirituale innato che da sempre governa lo spirito della pittrice.
Nei suoi scritti racconta:
“mi ricordai di quando ero piccola,spesso mi succedeva che prima del temporale costruivo con alcuni bastoni e vecchie lenzuola, un rifugio magico nel quale andavo a proteggermi, il vento soffiava, le nuvole correvano, i lampi e i tuoni giungevano da lontano, il cielo era tutto nero e sembrava dovesse arrivare la fine del mondo… In quel luogo primordiale portavo con me dei libri di poesie dei più illustri poeti italiani tra cui Pascoli e Leopardi e ad alta voce leggevo e recitavo i poemi che più mi emozionavano, poi lasciavo recitare il silenzio prima della pioggia…ascoltandolo incuriosita, mi ponevo delle domande sui misteri della vita, sulla natura… poi ecco di nuovo il temporale e la pioggia cominciava a cadere forte e ritmata, così abbandonavo il mio rifugio e con il libro stretto tra le mie braccia correvo a casa lasciando il luogo delle mie riflessioni in balia del temporale…immaginavo i miei pensieri e le parole che avevo lasciato là… nel pieno della natura. Il sole tornava a brillare nel cielo e senza perdere tempo correvo a giocare nelle pozzanghere che si erano formate sulla strada, che riflettevano squarci di cielo blu…era così bello toccare la vita, così astratta eppur così reale, immergevo i piedi in quel pezzo di cielo che si rifletteva in quella pozza d’acqua che era così reale, così vera seppur così immaginaria”
Dopo un lungo soggiorno in Messico (negli anni 80) nasce nell’artista un nuovo linguaggio pittorico, che si esprime dando forma e vita a personaggi arcaici in dialogo tra loro e noi, definendo un codice del tutto originale che trova un legame con le radici della cultura Atzeca e Maya. Questa nuova chiave di comunicazione le permetterà successivamente di sviluppare nuove forme pittorico-espressive che andranno a collegare i miti di quei lontani popoli con la nostra attuale realtà sociale, politica, naturalistica; affrontando tematiche profonde senza togliere spazio all’ironia e all’autocritica, trovando comunque spesso una chiave positiva anche in tematiche catastrofiche. Nella magia delle sue tele il fondo bianco ha un significato importante perché permette a chi le guarda di entrare in contatto con il proprio paesaggio immaginario vicino alla profondità dei propri sentimenti
Raccontare per immagini va lontano nei miei pensieri e anch’io scopro attraverso il mio percorso significati sempre diversi e mutevoli, tante possono essere le chiavi di lettura che ci permettono di entrare in contatto con la nostra storia e il mondo. Le risposte vanno cercate nelle complicate esplorazioni dei comportamenti umani e nelle visioni ancestrali ed archetipe di un vissuto vicino e lontano. Il mio sentire mi porta in questa folla migratoria dove il manifestare le proprie idee i propri pensieri, le proprie emozioni è vita, è la vita vissuta al dilà di un manifesto, di uno striscione, di un’immagine. Cosi il nostro messaggio prende vita, la vita dentro e fuori la vita stessa… l’esprimersi da vita anche agli oggetti e alle cose e tutto si trasforma e prende corpo… le parole che raccontano le nostre emozioni, attraverso le nostre piccole guerre, le nostre lotte, le nostre sconfitte, le nostre vittorie e le gioie che proviamo dal piacere delle nostre conquiste… Cosi una foresta, un bosco, una guerra, un conflitto sono il teatro della vita dove noi possiamo muoverci senza entrare ed uscire di scena… la scena della nostra vita e di ciò che procuriamo ad essa attraverso il nostro agire e il nostro sentire…
Maria Luisa Scaramelli
– “Arte Italiana” curata da Vittorio Sgarbi, al Palazzo Reale di Milano nel 2007
– Sala E.F.E.R. curatrice Franca Capra (Ferrara), 1979;Municipio di Occhiobello, 1981
– “Espressioni – Collettiva di artiste ferraresi” (Ferrara, Ridotto del teatro Boldini dicembre 1981 – gennaio 1982)
– Club Amici dell’arte, Ferrara – 1982
– Art-Technic, La Louviere (Belgio), 1983
– Atelier Jean Simon Labret, Saint-Paul-De-Vence (Francia), 1985
– Galerie Laurou, Paris (Francia),1987
– Fondation Isi Collin, Bruxelles (Belgio), 1993
– Sala Nemesio Orsatti curata da Don Franco Patruno (Pontelagoscuro), 1995
– Trittico in mostra permanente presso il Centro Culturale Europeo di Charleroy (Belgio), 2001
– Zuni generazione Collettiva (Ferrara), 2002
– Personale Castello Estense (Ferrara), 2002
– Galleria Fusion curata da Gian Pietro Testa (Ferrara), 2004
– Casa del pittore Mario Zonari, collettiva (Goro), 2006
– Galleria dell’uva (Ferrara), 2006
– Castello Pallotta, Caldarola curata da Vittorio Sgarbi (Macerata), 2007
– Triennale di Milano, Progetto Resinopolis 2009
– Palazzo della Racchetta, Ferrara 2011
– Biennale, Venezia 2011
– Premio Sulmona, 2011
– Perle d’acqua dolce – Antica Pescheria,Trepponti – Comacchio(Fe) 2014